Curare le orchidee non è sempre facile, poichè sono piante native dei paesi asiatici e americani, dove il caldo e l’umidità la fanno da padrone. Eppure sono molto amate nel nostro paese, perchè regalano fioriture incantevoli e colorate.
Passate le prime fioriture non bisogna scoraggiarsi: le orchidee possono rifiorire, anche in tempi brevi, purchè si sappia come curarle.
Quale orchidea scegliere
Esistono varietà di orchidee più facili da curare di altre. Tra queste troviamo la Phalaenopsis, la più resistente e comune. Ha fiori grandi e tinte che variano dal bianco al rosa, viola, verde, giallo, rosso e arancione. Vuole una media esposizione alla luce e un’annaffiatura ogni 10 giorni circa, solo quando le radici aeree sono asciutte.
Un’altra orchidea semplice da coltivare è la Dendrobium, dai ricercati fiori color bianco, blu, rosa e lilla. Necessita di un’esposizione solare piena ma non diretta e, come la Phalaenopsis, di un’irrigazione ogni 10 giorni, al massimo due settimane circa.
Temperatura ed esposizione al sole
Per curare le orchidee in modo giusto, è bene collocarle in luoghi caldi e ariosi, con temperature che vanno dai 18° ai 28°. L’ideale è uno spazio vicino alla finestra, dove ci sia luce filtrata da una tenda. Ti accorgerai se la posizione è quella giusta, perchè la pianta risponderà con foglie di un colore verde brillante.
Come irrigare le orchidee
Come molte piante tropicali, le orchidee richiedono abbondanti irrigazioni ma non troppo ravvicinate.
Le radici, infatti, devono asciugarsi del tutto prima di essere nuovamente annaffiate.
Come fare per capire quando dare acqua?
Basta osservare le foglie dell’orchidea: se sono verde chiaro la pianta va irrorata; se sono verde più scuro, è meglio aspettare qualche giorno.
Aiutati, se vuoi, valutando il peso del vaso: se lo senti leggero vuol dire che devi annaffiare l’orchidea.
Il miglior modo per irrigare queste piante senza farle marcire è quello di immergere il vaso fino al bordo in un contenitore pieno d’acqua, stando bene attenti a non bagnare il fusto.
Ricordati di annaffiarle al mattino, in modo tale da dare il tempo all’orchidea di far evaporare l’acqua sullo stelo. Se l’ambiente è particolarmente caldo e secco, vaporizza la base inferiore delle foglie più volte al giorno.
Una regola d’oro: non lasciare mai acqua nel sottovaso.
Curare le orchidee: il terriccio
Le orchidee sono piante epifete, ovvero crescono tra le rocce o sui tronchi d’albero dove sedimentano materiali decomposti o in via di decomposizione. Il terriccio di cui hanno bisogno, perciò, non può essere quello comune ma deve essere mischiato con pezzi di corteccia di pino con della torba, dello sfagno, sughero, argilla espansa, pezzi di guscio di cocco, carbone di legna o polistirolo.
Anche le orchidee richiedono concimazioni, in genere ogni 15 giorni. Non prendono nutrienti dal substrato, vanno quindi aiutate con prodotti liquidi specifici. Durante la crescita vegetativa la pianta avrà bisogno maggiormente di azoto. Da primavera inoltrata fino all’autunno sarà necessario un fertilizzante più equilibrato mentre in inverno è importante somministrare una quantità più alta di potassio.
Il vaso più adatto alle orchidee
Di solito le orchidee, per essere curate in modo corretto, non richiedono molti rinvasi. Vanno trasferite in un vaso più capiente, solo quando le radici fuoriescono in modo vistoso.
Il vaso ha la sua importanza: le orchidee si adattano bene a contenitori trasparenti così da ricevere una migliore esposizione alla luce.
Inoltre il vaso deve avere fori che facilitino un ottimo drenaggio dell’acqua, in modo tale da evitare dannosi ristagni.
Un piccolo trucco: colloca il vaso sopra un sottovaso con della ghiaia o argilla espansa per aiutare l’orchidea a crescere in un ambiente caldo e umido.